Nel periodo della mia adolescenza ho sentito la sofferenza di alcuni cari amici
Il ragazzo percepiva in maniera confusa i due messaggi. L’amore: espresso nell’affetto ostentato della madre, nella ininterrotta sollecitudine, nella profusione di cure e di agi, un amore formalmente innegabile, incontestabile, di dominio pubblico. La negazione dell’amore: un affare privato, senza testimoni, non bisognoso di parole nè di atti, ma così chiara, così inequivoca appena oltre la superficie del doveroso amore materno, una negazione che si manifestava nella forma di una ostinata indifferenza, resistente a qualunque reale partecipazione affettiva, quasi che il ragazzo fosse solo un mezzo per il compimento esistenziale della madre o la dura prova di un Dio cristiano che le infliggeva quell’amore filiale come una inevitabile obbedienza.