La riforma Cartabia
Ho letto parecchio della riforma Cartabia, gli approfondimenti tecnici del testo, le opinioni pro e quelle contro. Non c’è dubbio che il punto cruciale è la norma sulla improcedibilità. Ho cercato in tutti i modi, ma con scarso successo, di contrastare l’opinione che mi si è venuta formando. Provo a sintetizzarla:
- L’aspetto più sconcertante è far passare il meccanismo di improcedibilità come uno strumento per migliorare l’efficienza della giustizia penale. E’ bene ricordare che, definito un obiettivo, un’attività (o un’azione o un processo) A è più efficiente di un’attività B se entrambe raggiungono l’obiettivo, ma A utilizza una minore quantità di risorse di B. L’efficienza presuppone sempre il raggiungimento dell’obiettivo, e cioè l’efficacia dell’attività. L’improcedibilità viceversa ottiene una presunta efficienza rinunciando all’obiettivo stesso dell’attività di un procedimento penale che è precisamente quello di erogare una sentenza. Si arriva così al paradosso di imporre per legge l’inefficacia della giustizia. E per di più di spacciarla come maggiore efficienza della stessa.
- Se applichiamo ad altri ambiti questa esiziale logica di ottenere efficienza a scapito dell’efficacia otteniamo risultati grotteschi. Ad esempio per risolvere i problemi di sovraccarico dei reparti di terapia intensiva si potrebbe stabilire per legge che la degenza non debba superare un certo numero di giorni, superati i quali la terapia è dichiarata improcedibile e il degente non guarito immediatamente dimesso. Se la stessa logica venisse applicata al mondo industriale, per migliorare l’efficienza produttiva di un reparto si potrebbe imporre che se una lavorazione supera il tempo standard previsto, il processo produttivo venga dichiarato improcedibile e immediatamente interrotto. E così via ….
