La democrazia del sapere
Lo ricordo molto bene: una delle grandi aspettative di Internet all’inizio della sua diffusione fu quella della “democratizzazione” dell’accesso al sapere. Tutti avrebbero avuto le stesse opportunità di accedere, grazie alla potenza del web, ad un sapere universale e condiviso.
Così non è stato. La democratizzazione dell’accesso al sapere si è trasformata presto nella democratizzazione della creazione del sapere: tutti hanno la stessa identica libertà e lo stesso identico diritto di dichiarare come vera qualunque cosa e di rendere pubblica e condivisa questa pretesa verità.
L’effetto di questo processo di democratizzazione è stato quello di portare sullo stesso piano opinioni prive di alcun fondamento e giustificazione, e verità che chiamiamo scientifiche, il cui valore consiste precisamente nel fatto di possedere fondamento e giustificazione in virtù dell’applicazione di metodi di studio e di verifica che ne permettono la riscontrabilità da parte di terzi.
Con questa omologazione abbiamo spazzato via in pochi anni la credibilità che la scienza aveva impiegato diversi secoli a meritarsi grazie allo straordinario successo del suo metodo.
La democratizzazione dell’accesso al sapere è diventata così una caricatura grottesca di se stessa: accediamo soltanto ad una babele indistinta di opinioni, la più virale delle quali rischia di diventare la nostra verità